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In "Senza meta" il punto di vista di chi vaga senza meta, il flaneur, colpito dalla realtà circostante ne traccia degli affreschi lucidi e veloci, alla ricerca dell'attimo che risolve. In un percorso venato di nichilismo, si innestano riflessioni che esplorano gli anfratti di questa enormità. Ne emerge il disincanto giocoso con cui viene inteso il tutto, un costante distanziamento dai ruoli quali essi siano, anche quello di persona che scrive.
